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Come identificare e neutralizzare i colleghi scontrosi

“Il più grande trionfo non è mai cadere, ma rialzarsi ogni volta che si cade.” – Confucio

Capire e gestire i comportamenti tossici in azienda, soprattutto quando provengono da colleghi con più esperienza, richiede un approccio strategico ed empatico. Spesso, chi è in azienda da tempo può sentirsi intoccabile o resistente ai cambiamenti, creando tensioni nel team.

Questo può dipendere da diversi fattori psicologici, come la paura di perdere il controllo o l’importanza del proprio ruolo, un senso di superiorità legato all’esperienza, lo stress e il burnout, o persino l’insicurezza mascherata da aggressività. È fondamentale ricordare che il comportamento difficile può essere anche un modo per esercitare potere all’interno del gruppo, e che la cultura aziendale gioca un ruolo importante nel perpetuare o meno questi comportamenti.

Per affrontare la situazione, la comunicazione efficace è fondamentale. Bisogna parlare di comportamenti specifici e del loro impatto, evitando generalizzazioni, ed esprimere le proprie preoccupazioni in modo chiaro e rispettoso, ascoltando attentamente il punto di vista del collega. È importante comprendere il suo stile di comunicazione, che potrebbe essere diverso dal nostro, e sviluppare empatia cognitiva, ovvero la capacità di vedere le cose dalla sua prospettiva.

Collaborare per trovare soluzioni è essenziale. Coinvolgere il collega, valorizzando la sua esperienza, e lavorare insieme per creare un ambiente di lavoro migliore può portare a risultati positivi. Offrire feedback costruttivi, puntuali e focalizzati sul miglioramento, bilanciando le critiche con i riconoscimenti, aiuta a creare un clima di fiducia.

Gestire le emozioni, proprie ed altrui, è un altro aspetto cruciale. Riconoscere e dare importanza alle emozioni del collega, anche quelle negative, può allentare la tensione. Allo stesso tempo, è necessario stabilire limiti chiari su ciò che è accettabile e comunicare in modo assertivo che i comportamenti ostili non saranno tollerati e avranno conseguenze. Se la situazione è particolarmente problematica, è importante documentare gli episodi e valutare la possibilità di una mediazione con un terzo neutrale o il coinvolgimento delle risorse umane.

Teorie come quella del campo di forza di Lewin, la comunicazione non violenta e l’analisi transazionale offrono strumenti utili per analizzare la situazione e sviluppare strategie efficaci. La formazione sulla gestione dei conflitti, la comunicazione efficace e l’intelligenza emotiva può essere un investimento prezioso per tutto il team.

Infine, è fondamentale riflettere sul proprio ruolo nella dinamica e su come possiamo contribuire a un miglioramento della situazione. Affrontare i comportamenti difficili richiede tempo, pazienza e impegno, ma con le giuste strategie e un atteggiamento costruttivo, è possibile creare un ambiente di lavoro più positivo e collaborativo per tutti.

Le strategie presentate si fondano su una solida base teorica, attingendo a contributi significativi nel campo della psicologia del lavoro e della gestione delle risorse umane:

– Teoria dell’Equità (Adams, 1963): La percezione di ingiustizia o squilibrio può generare risentimento e ostilità. Assicurare un trattamento equo e trasparente è fondamentale per mantenere un clima lavorativo positivo;

– Modello di Gestione del Conflitto (Thomas e Kilmann, 1974): Adottare uno stile di gestione del conflitto adeguato alla situazione, che privilegi la collaborazione e la ricerca di soluzioni win-win;

– Principi di Influenza Sociale (Cialdini, 1984): Utilizzare tecniche di persuasione etica per promuovere il cambiamento e ottenere la collaborazione del collega.

La gestione di colleghi scontrosi con maggiore anzianità è una sfida complessa che richiede abilità di leadership avanzate e una profonda conoscenza delle dinamiche interpersonali. Adottando un approccio strategico, basato su una comprensione olistica delle cause e sull’utilizzo di strumenti e tecniche efficaci, i manager illuminati possono trasformare queste situazioni difficili in opportunità di crescita per sé stessi, per il collega e per l’intera organizzazione.

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