La Mancanza di Autopercezione nel Digitale: Comportamenti con Minore Sensibilità
Come ben sappiamo, l’avvento del digitale ha portato con sé una rivoluzione nella comunicazione, nelle relazioni e nella percezione di noi stessi. Mentre ci offre strumenti potenti per connetterci e interagire, il mondo digitale può anche influenzare negativamente la nostra autopercezione, portando a comportamenti con minore sensibilità verso noi stessi e gli altri. siamo sicuri che tutti abbiano compreso che il web sia un’estensione della vita reale? Siamo sicuri che i leoni da tastiera abbiano compreso che un comportamento diffamatorio nel web rimanga impunto? Un leone da tastiera com’è nella vita reale? Iniziamo dal principio!
1. L’Io Digitale e la Frammentazione del Sé:
La psicologia del Sé si interroga su come costruiamo la nostra identità e come la percepiamo. Nel digitale, la creazione di profili online, avatar e la possibilità di “modificare” la propria immagine possono portare a una frammentazione del Sé, dove l’Io digitale si distacca dall’Io reale. Questo può generare confusione e difficoltà nel definire chi siamo realmente (Turkle, 1995).
2. Il Confronto Sociale e l’Autostima:
I social media ci espongono costantemente a vite apparentemente perfette, alimentando il confronto sociale e minando l’autostima. Festinger (1954) nella sua teoria del confronto sociale, evidenzia come la tendenza a confrontarci con gli altri sia innata, ma nel digitale questo confronto assume nuove forme, spesso distorte e irrealistiche. Ciò può portare a insoddisfazione, ansia e depressione (Vogel et al., 2014).
3. La Disinibizione Online e la Mancanza di Empatia:
La comunicazione digitale, priva di segnali non verbali, può favorire la disinibizione, ovvero la tendenza a esprimere impulsi e emozioni senza filtri. Questo può portare a comportamenti aggressivi, come il cyberbullismo, o a una minore empatia verso gli altri. La mancanza di contatto fisico e la distanza percepita possono ridurre la capacità di comprendere e condividere le emozioni altrui (Sproull & Kiesler, 1986).
4. La Dipendenza dall’Approvazione Esterna:
La ricerca di like, commenti e condivisioni sui social media può diventare una forma di dipendenza dall’approvazione esterna. Questo meccanismo, legato al sistema di ricompensa del cervello, può influenzare la nostra autopercezione, facendoci dipendere dal giudizio degli altri per sentirci validi (Andreassen et al., 2012).
5. La Distrazione e la Minore Consapevolezza di Sé:
Il sovraccarico di informazioni e la costante stimolazione digitale possono portare a una frammentazione dell’attenzione e a una minore capacità di introspezione. Questo può rendere difficile la consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e dei propri bisogni (Carr, 2010).
Conseguenze:
La mancanza di autopercezione nel digitale può avere diverse conseguenze negative:
- Difficoltà nelle relazioni interpersonali: la mancanza di empatia e la disinibizione possono portare a conflitti e incomprensioni.
- Problemi di salute mentale: ansia, depressione, disturbi alimentari e dipendenze possono essere aggravati dall’uso eccessivo e distorto dei social media.
- Bassa autostima e insicurezza: il confronto sociale e la dipendenza dall’approvazione esterna possono minare la fiducia in se stessi.
- Difficoltà nella gestione delle emozioni: la mancanza di consapevolezza di sé può rendere difficile riconoscere e gestire le proprie emozioni.
Come si comporta nella vita reale un ‘leone da tastiera’?
Purtroppo non possiamo saperlo per certo, non possiamo essere sicuri che un leone da tastiera si comporti allo stesso modo nella vita reale. Spesso l’anonimato e la distanza fisica del digitale favoriscono la disinibizione (Suler, 2004), portando a comportamenti aggressivi che non si manifesterebbero offline.
Alcuni studi (Kiesler et al., 1984) suggeriscono che la deindividuazione, ovvero la perdita del senso di identità personale, può amplificare comportamenti antisociali online. Tuttavia, la personalità e le norme sociali interiorizzate giocano un ruolo fondamentale: un individuo aggressivo online potrebbe esserlo anche offline, ma non è sempre così.
È importante considerare il contesto digitale come un ambiente con proprie regole e dinamiche (Turkle, 1995), dove la linea tra reale e virtuale può essere sfumata, soprattutto per i più giovani.
Conclusioni:
È fondamentale sviluppare un uso consapevole e critico delle tecnologie digitali, promuovere l’educazione all’alfabetizzazione digitale e favorire un dialogo aperto sui rischi e le opportunità che il mondo digitale offre. La psicologia può fornire strumenti preziosi per comprendere e affrontare le sfide poste dal digitale, promuovendo una maggiore autopercezione e un uso responsabile della tecnologia.
Riferimenti bibliografici:
- Andreassen, C. S., Torsheim, T., Brunborg, G. S., & Pallesen, S. (2012). Development of a Facebook addiction scale. Psychological reports, 110(2), 501-517.
- Carr, N. (2010). The shallows: What the Internet is doing to our brains. WW Norton & Company.
- Festinger, L. (1954). A theory of social comparison processes. Human relations, 7(2), 117-140.
- Sproull, L., & Kiesler, S. (1986). Reducing social context cues: Electronic mail in organizational communication. Management science, 32(11), 1492-1512.
- Turkle, S. (1995). Life on the screen: Identity in the age of the Internet. Simon and Schuster.
- Vogel, E. A., Rose, J. P., Roberts, L. R., & Eckles, K. (2014). Social comparison, social media, and self-esteem. Psychology of Popular Media Culture, 3(4)